Salute mentale, il ruolo di Bridge nei percorsi riabilitativi

“Per noi Bridge rappresenta un aiuto concreto, perché ci consente di affrontare meglio le criticità che possono incontrare i familiari delle persone con problemi di salute mentale che seguiamo”. Ad affermarlo è la dott.ssa Giulia Carla Maria Clonfero, responsabile dell’U.O. Percorsi Riabilitativi del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 8 Berica.

“Quando intercettiamo un disagio all’interno della famiglia, proponiamo l’accesso ai servizi dedicati di Bridge, ossia i gruppi di auto mutuo aiuto, i percorsi di psico-educazione o i colloqui con gli psicologi. Si tratta soprattutto di famigliari di giovani tra i 20 e i 30 anni. Quando un paziente si trova in una comunità terapeutica, possono insorgere problemi di relazione. Oppure, dai colloqui conoscitivi emergono situazioni di abuso di sostanze che hanno poi determinato l’insorgere dei problemi psichici. È quando individuiamo questi o altri problemi che interpelliamo Bridge, dove inizia un percorso a sostegno, appunto, dei familiari”.

La rete territoriale

I pazienti con le psicosi più gravi sono accolti nelle sette Comunità Terapeutiche Residenziali presenti nel territorio dell’Ulss 8: quattro a Vicenza, due a Lonigo e una Montecchio Maggiore, per un totale di 190 posti letto. Quelli con disturbi meno pesanti frequentano invece i cinque Centri Diurni, situati a Vicenza, Valdagno, Arzignano, Lonigo e Noventa Vicentina, in grado di accogliere ciascuno tra le 20 e le 50 persone.

La fotografia dei disturbi

“La maggior parte dei pazienti soffre di gravi disturbi dell’umore, che sfociano principalmente in depressione, associata a volte a fasi psicotiche – spiega la dott.ssa Clonfero –. D’altronde i dati ci dicono che il 10% della popolazione italiana si ammala, nel corso della sua vita, di depressione più o meno grave. I numeri degli assistiti sono in crescita, non tanto perché ci si ammala di più, ma perché c’è stato un miglioramento dell’informazione e dell’accesso ai servizi, il che ha consentito a molte persone di riconoscere la propria malattia, che prima veniva magari negata o scambiata per qualche altro disturbo”.

La voce dei vip

“A contribuire all’aumento della presa di coscienza della malattia sono i coming out dei personaggi famosi – sottolinea la dott.ssa Clonfero –. Gli esempi sono numerosi e anche recenti. Basta pensare a Checco dei Modà, che in occasione del Festival di Sanremo 2023 ha parlato della depressione come la causa del suo temporaneo allontanamento dalle scene. O della cantante Levante, che ha raccontato di aver vissuto la depressione post partum. O ancora la star internazionale Lady Gaga, che ha dichiarato di assumere da anni un farmaco antipsicotico per trattare un disturbo bipolare. Se è un vip a parlare apertamente della malattia, ecco che essa fa meno spavento”.

Il ruolo delle dipendenze

I servizi di Bridge sono importanti anche per affrontare il tema delle dipendenze. “Circa la metà delle persone ospiti di strutture per la salute mentale – conclude la dott.ssa Clonfero – presenta una comorbilità con l’abuso di sostanze, quali la cannabis, l’alcol o lo stesso tabagismo. Molto spesso nei giovani sotto i trent’anni la malattia psichiatrica è accompagnata dall’uso di cannabinoidi. È una correlazione che è scientificamente provata e che aumenta la vulnerabilità delle persone. I percorsi di sostegno avviati da Bridge consentono ai familiari di affrontare anche questo problema, che magari prima dell’ingresso in struttura non era emerso. Averne consapevolezza significa migliorare la comunicazione e quindi influire positivamente sul recupero psichico del proprio caro”.

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