I gruppi di auto mutuo aiuto, risorsa preziosa per Bridge

Reciprocità, confronto e rispetto, in un ambiente non giudicante. Possono essere sintetizzate così le caratteristiche di un gruppo di auto mutuo aiuto, uno degli strumenti di sostegno psicologico ed educativo di cui si avvale il progetto Bridge nelle tre aree di intervento: nella perinatalità i gruppi si rivolgono alle mamme e ai papà che stanno vivendo problematiche psicologiche in gravidanza e post-partum, nella pediatria ai piccoli pazienti e alle loro famiglie e nella salute mentale alle famiglie dei giovani che soffrono di un disturbo alimentare.

Ma quali sono i benefici derivanti dalla partecipazione ad un gruppo di auto mutuo aiuto? Li spiega la dott.ssa Barbara Volpato, psicologa-psicoterapeuta referente per il Progetto Bridge, che li coordina, in particolare, a favore dei familiari degli adolescenti impegnati in un percorso per superare un disturbo alimentare.

“La particolarità di un gruppo di auto mutuo aiuto sta nel fatto che si incontrano persone che condividono lo stesso tipo di sofferenza. È dunque un dialogo tra pari, che stimola la fiducia e i legami. Proprio perché hanno di fronte a loro persone che stanno vivendo il loro stesso disagio, i partecipanti si sentono maggiormente liberi di esprimere le loro emozioni, raccontare le loro esperienze, chiedere consigli. È da questo tipo di rapporto che scaturisce l’aiuto reciproco, il quale contribuisce a combattere il senso di solitudine e a generare soluzioni per uscire dal periodo di difficoltà”.

Negli oltre due anni di attività del progetto Bridge, sono stati 145 gli interventi di gruppo dedicati agli adulti. “I numeri sono la prova dell’efficacia di questo tipo di intervento – sottolinea la dott.ssa Volpato –. Le persone coinvolte dimostrano un alto grado di coinvolgimento, si sentono stimolate ad una partecipazione attiva ed esprimono i benefici derivanti dagli incontri. Sottolineano che, grazie ai gruppi di auto mutuo aiuto, capiscono meglio cos’è la malattia di cui soffre il loro familiare, riescono ad elaborare il trauma (che spesso lascia strascichi anche a malattia superata) e ad abbattere i sensi di colpa che frequentemente li accompagna”.

A tutto questo sono da aggiungere l’aumento dell’autostima e, in generale, l’allargamento della rete sociale di sostegno alla famiglia.

“Parlare apertamente dei propri problemi aiuta a superare il senso di vergogna e a combattere lo stigma – conclude la dott.ssa Volpato – e, di conseguenza, a liberare energie per superare definitivamente il periodo di difficoltà”.

 

 

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